P rima del fischio d’inizio, Atalanta e Fiorentina erano due club che stavano vivendo momenti differenti. Carico d’entusiasmo l’ambiente dei viola, capaci di riconquistare l’Europa (ahinoi, proprio a discapito dell’Atalanta) nella passata stagione, e in grado ora di piazzare una volata di fine stagione ricca di vittorie sia in campionato, Coppa Italia, ed anche in Conference League. Sicuramente più compassato e meno sereno quello dei nerazzurri, per via di una seconda parte di stagione condita da diversi “inciampi” che l’hanno privata dello slancio utile per restare nelle posizioni più nobili della classifica, ed in cui la squadra non ha sempre espresso una buona qualità di gioco. Se tutto questo non bastasse, verso Firenze era partita un’Atalanta incerottata a causa dell’ormai “solita” lunga lista di indisponibili. Con queste premesse, per fare risultato al Franchi alla squadra di Gasperini sarebbe servito sciorinare una prestazione eccezionale, grosso modo come quella offerta qualche mese fa all’Olimpico contro la Lazio. Ebbene, l’Atalanta non è riuscita ad esprimersi su quei livelli ma ha dato vita ad una più che buona prestazione, diligente sia dal punto di vista tattico, sia dal punto di vista atletico. All’Atalanta non è così riuscita l’impresa di ribaltare i favori del pronostico, ma pareggiando la delicata sfida del Franchi ha comunque rosicchiato un punto al gruppetto delle inseguitrici (Juventus e Bologna) a quota 44 punti (-5 dai nerazzurri), e a spegnere quasi definitivamente le velleità di rimonta proprio dei viola.