Ecco perché l’Atalanta in casa fatica così tanto a segnare e vincere (e cosa può succedere contro il Bologna)

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

Lettura 5 min.

D opo la brutta sconfitta rimediata a Firenze, Gian Piero Gasperini era stato lapidario: “Bisogna sempre guardare avanti, indietro non serve a nulla. Abbiamo ancora otto partite da giocare. Dobbiamo fare il possibile”. Poco dopo il tecnico di Grugliasco aveva rimarcato che cinque gare l’Atalanta le avrebbe giocate al Gewiss, e che questo di sicuro sarebbe stato un vantaggio. Probabilmente tra le tante cose dette dal Gasp, questa piccola riflessione era sfuggita ai più. Eppure non era una riflessione banale per un allenatore che nello score di fine campionato ci ha abituati a colonnine quasi equivalenti per quel che riguarda le vittorie interne ed esterne della sua Atalanta. Se Gasperini avvertiva il “vantaggio” per i suoi ragazzi di giocare coccolati dal pubblico di casa, questo poteva solo significare che il tecnico nerazzurro era conscio che i suoi non stavano/stanno attraversando un periodo particolarmente brillante, e che essere sorretti nei momenti di difficoltà dal pubblico amico poteva avere una certa importanza. Ma giocare in casa per una squadra che è obbligata a vincere e che ha le caratteristiche dell’Atalanta, non sempre può rivelarsi un vantaggio. Il fattore tifo sicuramente aiuta, soprattutto a Bergamo, dove non si è abituati a contestare chi a fine gara ha comunque “sudato la maglia”. Può diventare addirittura un fattore se i nerazzurri attaccano a testa bassa puntando la Nord, e il pubblico aumenta la pressione sulla difesa rivale. Poi però, quando bisogna trovare il modo di scardinare le difese avversarie e mettere la palla in rete, i discorsi cambiano, perché lì fanno capolino la tecnica e la tattica.