Dopo un anno, l’Atalanta ha scoperto Boga: dati, campetti e video per studiare la sua evoluzione con Gasp

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G ennaio, come sappiamo bene tutti, è mese di trattative e affari nel mondo del calcio. La sessione invernale del mercato impone ai club di valutare correttamente i punti di forza e le carenze strutturali di una squadra, cogliendo l’ultima possibilità che si ha di intervenire prima del cosiddetto “rush finale”. Ciascun club è chiamato a rimediare (se ce ne fosse bisogno) alle scelte sbagliate che si sono fatte nei mesi estivi, o a “tappare” i buchi lasciati da qualche infortunato di lungo corso. Per altri (in verità molto pochi), si tratta di rinforzare la squadra nel tentativo di centrare obbiettivi che ad agosto sembravano utopici, oppure, per altri ancora, un modo per fare cassa sfruttando le necessità altrui in virtù di una buona classifica. Ma gennaio è anche il mese più freddo dell’anno, e il gelo, che improvvisamente si è messo a sferzare l’Italia intera, mai come quest’anno sembra aver “frizzato” anche un mercato privo di soldi. Inoltre, i club nostrani devono fare molta attenzione alle operazioni in entrata e in uscita, per via dei loro bilanci che sono tornati prepotentemente sotto i riflettori, dopo la sentenza sulle plusvalenze che ha colpito la Juventus. In un calcio con sempre più problemi economici, i club sono chiamati ad analizzare bene quanto hanno già a disposizione prima di investire altre preziose risorse in operazioni di mercato. Inoltre, la sessione invernale è da sempre piuttosto “cara” quando si tratta di acquistare ciò di cui si ha bisogno. Le opportunità (termine gettonatissimo tra gli operatori di mercato) sono rare, anzi, oseremmo dire inesistenti. Club sulla carta “più ricchi” dell’Atalanta hanno intrapreso la via della valorizzazione di ciò che si ha a disposizione.