P er dare consistenza alle speranze di qualificazione alla prossima Champions League, l’Atalanta aveva bisogno di fare bottino pieno allo Zini, e così è stato. Gli uomini di Gasperini hanno messo sotto la Cremonese per 3-1, ed hanno così approfittato di una giornata di calendario favorevole per guadagnare altri punti preziosi dopo lo zoppicante cammino avuto tra febbraio e marzo. Per i grigiorossi invece, gli undici punti di distacco dallo Spezia quartultimo, a dieci giornate dal termine, suonano già come una sentenza. Per la Cremonese era difatti di fondamentale importanza vincere contro l’Atalanta per mantenere accesa la fiammella della speranza. Seppur abbiano giocato una buona partita, la migliore dal suo approdo in panchina secondo il tecnico Ballardini, l’ostacolo nerazzurro si è dimostrato troppo arduo da superare per la formazione grigio rossa.
Prima di iniziare la nostra analisi, diamo il solito rapido occhio alle formazioni schierate dai due allenatori. Gasperini ha confermato il 3-4-1-2 (che poi vedremo in attacco si è mosso in modo diverso), con Pasalic confermato alle spalle della coppia Muriel-Zapata. In mediana ancora spazio a Ederson, visto che i tempi per il recupero dell’olandese Koopmeiners si sono allungati. Sugli esterni il tecnico di Grugliasco ha confermato Zappacosta a destra e Ruggeri a sinistra. Confermata anche la linea a tre di difesa composta da Toloi, Palomino e Scalvini, che era la stessa schierata in partenza contro l’Empoli. Oltre a Teun, gli assenti per i nerazzurri erano Djimsiti (lesione di primo grado al muscolo semi membranoso della coscia sinistra), Volicky (problemi al ginocchio) e Hateboer (rottura del legamento crociato).
Qualche problema di formazione lo ha avuto anche il tecnico grigio rosso Ballardini, che ha dovuto fare i conti con quattro assenti: Acella (contusione), Chiriches (problema muscolare), Ferrari (trauma muscolare) e Okereke (problema muscolare). La Cremonese si è schierata con il 3-5-2, dove la coppia d’attacco era formata da Tsadjout e Ciofani.