L a sfida contro il Como ha rappresentato la prima occasione persa in stagione dall’Atalanta per portarsi nel gruppo di testa. Dopo un avvio incerto e fatto di prestazioni non del tutto in linea con le attese, il calendario aveva riservato alla squadra di Gasperini l’opportunità di giocare in casa contro una neo promossa, il Como. In caso di vittoria la squadra di Gasperini avrebbe scavalcato Inter e Milan, e raggiunto la Juventus a quota 9 punti. Sulla carta, e prima dell’inizio della partita, il compito che attendeva i nerazzurri era tutt’altro che improbo. I lariani non erano riusciti a vincere nessuna delle 4 gare giocate in campionato, e avevano palesato più di un problema dietro, avendo incassato prima della sfida di Bergamo ben 7 reti. Dal punto difensivo l’Atalanta a dire il vero aveva saputo anche fare peggio, avendone incassate 8 di reti in 4 giornate, ma nonostante qualcuno avesse sottolineato questo problema, in pochi se ne erano realmente preoccupati. Il primo ad addurre motivazioni diverse per i tanti gol subiti, ed a trovare in questo modo una parziale giustificazione, era stato Gasperini. Ma lui si sa, è anche l’allenatore dell’Atalanta, e se qualcosa non funziona a livello di gioco o di intensità, di certo non lo va sbandierare ai microfoni. Nelle prime 5 gare di campionato l’Atalanta ha subito qualcosa come 70 tiri totali, di cui il 44% finito nello specchio della porta difesa da Carnesecchi. Gli xG concessi sono stati complessivamente 9.1, con una media di 1.82 xG subiti a partita. Dopo diversi anni di gestione Gasperini, in questo primo scorcio di stagione si registra un saldo negativo tra le conclusioni effettuate nell’arco dei 90 minuti (13) e quelle subite (14). Anche in questo caso va sottolineato un aspetto. Se la produzione offensiva rimane su livelli simili alle medie delle stagioni precedenti (1 tiro in meno per 90 minuti ma con circa 0.40 xG di media in più a partita), ad essere assolutamente fuori scala è quanto e come l’Atalanta subisce.