I l 27 luglio l’Atalanta di Gasperini ha disputato la sua prima partita amichevole di un certo livello, aprendo così di fatto le danze di quella che si preannuncia come una stagione lunghissima. Lo ha fatto giocando contro l’AZ di Alkmar, nel bellissimo impianto dell’AFAS Stadion. Il protagonista assoluto della sfida non poteva che essere Teun Koopmeiners, che ha giocato contro il suo ex club, e contro suo fratello Peer, che milita proprio nelle file dell’AZ. Il centrocampista nerazzurro ha ricevuto in più di un’occasione l’applauso del pubblico locale, che ha dimostrato di non averlo di certo dimenticato. Se qualcuno si aspettava indicazioni particolari dall’utilizzo di Teun, per trarne delle “deduzioni” circa un suo possibile passaggio in bianconero ne sarà rimasto deluso. Koop è stato uno dei giocatori che è rimasto sul terreno di gioco per più tempo (80 minuti) tra quelli schierati nell’undici di partenza. Con ogni probabilità questo è stato un segnale lanciato a tutti da mister Gasperini, che è servito a due scopi: ribadire la centralità di Teun nel progetto Atalanta; e aiutare l’olandese a mettere minuti nelle gambe in vista della finale della Supercoppa Europea che si giocherà tra un paio di settimane contro il Real Madrid. Chiusa la piccola parentesi “gossippara”, passiamo ora alla gara, che ha visto i nerazzurri pareggiare per 2-2. Ovviamente il risultato in questa parte della stagione conta poco o nulla, ma visto che si è comunque giocata una partita era giusto ricordarlo. Risultato a parte, è allora giusto porsi una domanda: quali indicazioni possiamo trarre da una sfida giocata sul finire di luglio, e con una squadra che sta lavorando duramente, ma a ranghi incompleti da quasi tre settimane a Zingonia? Di sicuro non possiamo esprimere giudizi troppo stringenti sulle prove dei singoli, e soprattutto sui nuovi, anche se la tentazione di tutti è proprio quella di valutarli da subito. Possiamo trarre qualche indicazione sulle loro prestazioni (e poi lo faremo), ma staremo molto attenti a non sbilanciarci troppo. Dobbiamo invece ragionare su quello che in questo momento, e con una finale da giocare tra qualche giorno, è l’aspetto più importante, ovvero quanto la squadra è distante dalla sua condizione migliore. Partiamo dunque da qui.