D ecidendo di restare sulla panchina dell’Atalanta, il tecnico Gian Piero Gasperini ha accettato una nuova sfida: cercare di superare per l’ennesima volta quanto fatto. Una sfida difficile, perché ora l’Atalanta ha messo in bacheca un trofeo prestigioso come l’Europa League e ha guadagnato per la quarta volta nella sua storia la possibilità di giocare la Champions. Migliorarsi può dunque solo assumere il significato di trovare la continuità necessaria per occupare stabilmente le primissime posizioni della classifica: ambizioso quanto esaltante. Partendo dall’analisi che segue, noi di Corner cercheremo di capire come l’Atalanta può ancora ridurre il gap che la separa dalle squadre che le stanno davanti e, mercato permettendo, ci concentreremo sulla filosofia di gioco espressa dalla squadra di Gasperini. Sono tante le soddisfazioni che ci ha regalato nelle ultime stagioni, ma se la osserviamo da un’altra angolazione possiamo notare ancora qualche aspetto migliorabile per raggiungere la continuità necessaria per lottare con le migliori del campionato. Qualche anno fa, l’indimenticato tecnico bosniaco Vujadin Boskov, allora alla guida della Sampdoria, definì la sua giovane squadra «copetera»: bravissima a reggere la pressione dell’eliminazione diretta, ma non altrettanto redditizia nella routine del campionato. Questa definizione potrebbe calzare alla perfezione anche per l’Atalanta di Gasperini, precisando che per i nerazzurri (giovani sì, ma non troppo), più che di pressione si tratta della forma di gioco adottata, che è più redditizia nello scontro diretto, dove se l’Atalanta riesce a mettere la partita sul piano desiderato diventa «ingiocabile» per tutti, anziché sul lungo periodo di un campionato, dove tanti altri fattori, che vedremo meglio nel seguito, possono rendere meno impattante la forza della squadra di Gasperini. Per introdurre l’argomento, e prima di passare all’analisi tattica di alcune specifiche situazioni, come al solito faremo un ampio utilizzo dei numeri, che sono in grado di indirizzare meglio i nostri ragionamenti.