D opo la brutta sconfitta rimediata sabato pomeriggio al Gewiss Stadium, la squadra di Gasperini era chiamata a risollevarsi prontamente nell’ultima gara dell’anno solare, che l’ha vista protagonista a Marassi contro il Genoa. A tenere banco nelle discussioni tra i supporter nerazzurri che hanno preceduto la sfida del Ferraris, non sono state solo le discutibili scelte arbitrali e del Var di sabato scorso, ma anche un avvio di gara da parte dei nerazzurri che era parso troppo sbarazzino, così come il rendimento sotto tono di alcuni dei protagonisti di questa prima fase di stagione.
Per rimediare a questo, un po’ come a Verona, Gasperini in avvio di gara ha utilizzato alcuni dei giocatori sin qui meno impiegati. In porta Sportiello, che ha rimpiazzato il non impeccabile Musso delle ultime uscite. L’olandese Koopmeiners ha rimpiazzato de Roon, mentre sull’esterno di sinistra ha ritrovato la titolarità Zappacosta. Sulla trequarti Miranchuk ha preso il posto di Ilicic. Per far posto al russo, Malinovskyi è stato spostato sul centro sinistra. A completare il 3-4-2-1 di Gasperini, il totem d’attacco Zapata.
Shevchenko ha risposto al tecnico di Grugliasco con il 3-5-2. Per i rossoblu, sempre out Caicedo, Fares, Maksimovic, Rovella e Vanheusden. Il tecnico ucraino ha schierato la temibile coppia d’attacco formata da Ekuban e Mattia Destro. Ad inizio gara il Genoa ha concesso il possesso palla basso all’Atalanta. I nerazzurri lo hanno sapientemente sfruttato, muovendo la palla da lato a lato con la consueta manovra rugbistica, e sono riusciti in questo modo ad abbassare le linee del grifone. Gli uomini di Gasperini hanno avuto una buona velocità nella circolazione e sono sempre stati molto più reattivi dei genoani sulle seconde palle. Quando il Genoa ha ricacciato la testa fuori dalla sua metà campo con un’azione ordinata (attorno al decimo minuto), il possesso dei nerazzurri si attestava al 79% (82% di precisione nei passaggi e 4 tiri realizzati).