Bayer-Atalanta, lo studio dei dati e quel «limite» che invece (specie in Europa) è un’arma: saper soffrire aiuta a vincere

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L’ Atalanta ha inanellato la quarta vittoria consecutiva in Europa League, battendo per 1-0 il Leverkusen a casa sua, confermando che la formazione nerazzurra si trova quasi più a suo agio sui palcoscenici europei che su quelli nostrani. Non è stata certo un’impresa facile, perché l’avversario di turno (terza forza della Bundesliga), seppur con qualche assenza pesante, si è dimostrata squadra tenace e ben allenata da Seoane, nel solco della tradizione teutonica che privilegia squadre atletiche ed intense. La squadra di Gasperini ha vinto perché ha saputo dare la corretta interpretazione alla partita. Nessun complesso di superiorità, che talvolta si è visto in campionato (vedi la gara di Roma), ma una gara accorta, dove si è modulata l’intensità ma soprattutto l’aggressività, con cui l’Atalanta di Gasp è solita affrontare gli avversari. Certo, una paio di sbavature difensive i nerazzurri le hanno avute, e come spesso accade a una formazione improntata ad aggredire l’avversario, hanno concesso a Diaby un paio di grosse occasioni che l’attaccante tedesco si è letteralmente divorato. Ma questo lo sappiamo fa parte del gioco di Gasperini. Si rischia qualcosa in cambio di una spinta offensiva sempre esuberante.

Cominciamo al solito dai dati, partendo questa volta dagli avversari. Il Leverkusen di Seoane ha giocato una buona gara, dove ha creato le premesse per poter vincere la partita. La squadra tedesca ha totalizzato 261 punti Index, con tre giocatori che hanno avuto una prestazione decisamente buona: il difensore centrale Tapsoba (302), sempre puntuale nelle chiusure e preciso nel dare una mano a Tah, sicuramente il giocatore più in difficoltà del pacchetto arretrato di Seoane. Oltre a lui, si sono messi in evidenza Bakker (316) abile nelle due fasi di gioco, e Palacios (303) che si è confermato l’uomo d’ordine della mediana tedesca.