N ell’anticipo del venerdì sera, un gol dell’ex Pessina al 93’ aveva regalato la vittoria al Monza di Palladino. La squadra brianzola si era così portata a sei lunghezze dall’Atalanta mettendo una certa pressione alla squadra di Gasperini, che da due giornate cercava inutilmente di guadagnare quel punto che le avrebbe garantito la matematica certezza del settimo posto. Il margine di sicurezza era prima della partita contro i gialloblù tale da non far scattare il cosiddetto “allarme rosso”, ma considerato che la prossima domenica l’Atalanta giocherà a San Siro al cospetto dell’Inter finalista di Champions, era meglio completare “il lavoro” già nella giornata di sabato. Fallire l’appuntamento casalingo contro la squadra di Zaffaroni avrebbe avuto risvolti (molto) negativi non solo per la classifica ma anche dal punto di vista mentale, perché l’Atalanta avrebbe inanellato per la terza volta in stagione una striscia di tre sconfitte consecutive. Rialzarsi dopo tre KO non è difatti mai una cosa semplice, e soprattutto avrebbe potuto trasformare in una vera sfida da dentro o fuori l’ultima partita interna, che guarda caso vedrà i nerazzurri affrontare proprio il Monza. Fortunatamente per tutti noi, Gasperini ed i suoi ragazzi sono riusciti a battere la squadra allenata dalla coppia Zaffaroni /Bocchetti (nel resto dello scritto, per comodità citeremo solo il primo), grazie a un secondo tempo in cui i nerazzurri hanno messo a segno due reti nei primi minuti ed hanno poi gestito il resto della partita, anche se lo hanno fatto con qualche disattenzione di troppo. La squadra di Gasperini a dire il vero si era espressa meglio nella prima frazione di gioco, dove era riuscita a imporsi per intensità ai gialloblù, e dove in avanti il danese Højlund aveva messo in difficoltà il suo marcatore Hein in più di un’occasione. Ma il calcio è strano ed imprevedibile, e quando l’Atalanta si è ripresentata in campo giocando su ritmi più bassi ha trovato i due gol che le hanno consentito di fare tre punti e blindare così in modo matematico il settimo posto. Ma ora facciamo un passo indietro e cominciamo dall’inizio.