D opo la partita perfetta di Liverpool, il campionato ha riservato all’Atalanta l’ostacolo Hellas Verona. Per non gettare alle ortiche l’ennesima opportunità offerta dal campionato, che nel weekend aveva visto tante big frenare, la squadra di Gasperini doveva velocemente togliersi dalla testa la meravigliosa serata di Anfield, e trovare gli stimoli giusti per imporsi sui gialloblù di Baroni. La squadra di Gasperini lo ha fatto per quarantacinque minuti, quando è entrata in campo molto concentrata e si è espressa su livelli “ingiocabili” per la formazione veronese, ma non è riuscita a confermarsi su quei livelli anche nella seconda frazione di gioco, dove il controllo della partita le è sfuggito per via di un passaggio a vuoto ed ha subito il break dell’Hellas, che nel giro di cinque minuti, dal 55’ al 60’ ha rimesso in parità la partita. La squadra di Gasperini dopo il 2-2 ha tentato di reagire, ma le energie fisiche mentali che le erano rimaste non le hanno consentito di imporsi. Così, seppur l’Atalanta ha avuto un paio di buone occasioni, non è riuscita a spingere con continuità ed a guadagnare i tre punti che le avrebbero consentito di sistemare la classifica.
Nel pre partita si era discusso molto circa’undici iniziare con cui Gasperini avrebbe affrontato il Verona. La formazione titolare di Liverpool, in campo c’era praticamente rimasta per i quasi cento minuti di gara, e quindi si pensava che il tecnico di Grugliasco adottasse una turnazione profonda. Invece Gasperini ha schierato otto degli undici giocatori impegnati ad Anfield. Gli unici cambi hanno riguardato il portiere, nella solita prevedibile staffetta tra Carnesecchi e Musso, oltre ad Holm, che ha sostituito lo squalificato Zappacosta, e Toloi che preso a sua volta il posto dello squalificato de Roon. Baroni gli ha risposto con un insolito 4-1-4-1, con la saturazione della trequarti e con Silva nella posizione di play basso davanti alla difesa.