N ello spazio temporale di una settimana, l’Atalanta di Gasperini ha complicato la sua situazione di classifica in campionato. Dopo aver perso la partita di domenica scorsa con la Lazio, ieri gli uomini di Gasperini hanno sprecato un triplo vantaggio ottenuto contro il Torino nell’arco dei primi venti minuti di gioco. Per la seconda volta di fila, l’undici iniziale di Gasperini ha lasciato perplessi sotto diversi aspetti, che riguardano sia le rotazioni effettuate dal tecnico, sia il mercato appena concluso dei nerazzurri. Cominciamo dalle scelte di Gasperini. Dopo aver concluso il girone d’andata a 36 punti, l’Atalanta sta vanificando lo sforzo sin qui fatto, per un eccesso di concentrazione sulla Coppa Italia, competizione che l’Atalanta sembra voler cercare di onorare e vincere a tutti i costi. Eppure la «via della Coppa» è una strada in salita, irta di insidie e che toglie tante energie ad una squadra che ha già dato tanto tra campionato e Champions League. Oltretutto, tra le tre competizioni, la Coppa Italia è quella che ha meno appeal per valore economico, ed è soggetta, come tutte le competizioni ad eliminazione, ad una forte componente aleatoria. La gara di Napoli di mercoledì scorso insegna proprio questo. Ad un enorme sforzo profuso, è corrisposto il risultato minimo, che per certi aspetti avvantaggia la squadra di Gattuso nella prossima sfida. L’altro aspetto riguarda il mercato. Per le squadre di Gasperini è essenziale avere esterni forti, in grado di fare su è giù per il campo con intensità e velocità, dotati di buona tecnica, capacità d’inserimento e abili a coprire la fase di spinta degli avversari. Merce rara, direte. Vero. Proprio per questo, dopo la partenza di Castagne, lì ci si doveva concentrare.