S e si fosse girata la scena di un film, si sarebbe potuto utilizzare l’espressione: «Buona la prima!». Certo la scena sarebbe potuta venire meglio, anzi molto meglio. Ci sono stati diversi errori e forse un pizzico di sofferenza di troppo, ma alla fine tutte queste cose hanno dato il giusto realismo e sono state la giusta espressione di quanto a sin qui fatto vedere l’Atalanta. Sì, perché una squadra che fino ad ora aveva faticato tanto tra le mura anche, e più in generale, tutte le volte che era stata chiamata a fare gioco non poteva improvvisamente essere vincente e perfetta. E sempre per restare nell’ambito di un paragone cinematografico, come abbiamo imparato dal film di questo campionato, la squadra di Gasperini quando deve imporre la propria superiorità qualche problema ce l’ha. Non tanto per la qualità dei singoli giocatori, tutti ampiamente all’altezza, ma di quella che potremmo definire amalgama, ovvero la somma delle caratteristiche di ciascuno di loro, che non sempre sembrano essere perfettamente complementari. Senza scendere nello specifico, che in questo caso sarebbe scomodo e ingiusto nei confronti di chi fino ad ora ha riversato sul campo il massimo impegno, quando l’Atalanta deve fare gioco si ha la sensazione di essere di fronte a qualcosa di imperfetto, o di incompiuto. Vediamo nel dettaglio l’analisi.