Atalanta, lo studio dei dati e la cronistoria di tutti i cambi di domenica. Esito: chi punta in alto non può avere una rosa corta

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Q uasi sul finire dello scorso anno solare, il Genoa pieno di problemi ed all’epoca allenato da Shevchenko aveva fermato l’Atalanta. I nerazzurri arrivavano a quello scontro dopo il tremendo stop interno contro la Roma (1-4). Sulla carta quella gara la si sarebbe dovuta vincere senza troppi problemi, ed invece l’Atalanta la pareggiò per 0-0, aprendo ufficialmente il periodo di crisi, almeno per quanto ha riguardato (e riguarda) le prestazioni e i risultati, più lungo e difficile della gestione Gasperini. Il Genoa di Blessin, squadra a dire il vero completamente diversa per stile di gioco rispetto al grifone di Shevchenko, ha sancito che l’Atalanta non è ancora uscita dalla sua spirale negativa, che il suo bel gioco si vede solo a tratti, e che il problema legato all’assenza di Zapata non è il solo con cui Gasperini e il suo staff hanno a che fare. Com’è consuetudine di Corner, partiamo però con il dare un’occhiata all’Index delle due squadre.

L’Atalanta contro il Genoa ha giocato una gara sotto media, ed il suo Index si è attestato a 263 punti. L’unico tra i nerazzurri a salire sopra quota 300 è stato il giovane Scalvini (310), che ha disputato una gara quasi perfetta nella sua fase di non possesso, ma ha fatto sicuramente un po’ meno bene nella fase di possesso quando Gasperini lo ha avanzato nella linea dei mediani.