Atalanta-Sporting, lo studio dei dati. Il gioco al centro, il ruolo di Scamacca: spunti per il futuro

scheda. Lo studio dei dati di Gianluca Besana

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L’ Atalanta è, e rimarrà fino alla fine di questa prima fase, la capolista del girone D di Europa League. Questa è ciò che porta in dote il pareggio del Gewiss Stadium tra Atalanta e Sporting Lisbona, arrivato al termine di una partita difficile e che ha fatto da contraltare alla bella prestazione di un paio di mesi fa a Lisbona. La gara di giovedì sera è stata lo specchio fedele del periodo di certo non buono che stanno attraversando i nerazzurri, che stanno faticando in campionato ed hanno dovuto stringere i denti anche in Europa League, per centrare l’obbiettivo prefissato.

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Se all’andata, per loro stessa ammissione erano stati i portoghesi a capirci poco, nella gara di Bergamo è stata l’Atalanta ad andare in confusione per una ventina di minuti abbondanti della ripresa. E’ bastato un cambio passo praticato dalla squadra di Amorim ad inizio ripresa, per creare una serie piuttosto lunga di situazioni pericolose in casa nerazzurra, con l’Atalanta che è andata in difficoltà come non si vedeva da tempo. E pensare che i nerazzurri avevano giocato un primo tempo convincente, dove la squadra di Gasperini sembrava in assoluto controllo della partita, e in grado di domare con relativa tranquillità i leoni portoghesi. Nel secondo tempo invece, c’è stato un calo vistoso dei nerazzurri che ha avuto più di una spiegazione, e che costituirà in gran parte l’argomento principale di questa seconda parte di analisi. Ma prima di arrivare a quello, dobbiamo procedere con ordine e riavvolgere il nastro della gara.