L’ ultimo incrocio stagionale tra Sporting Lisbona e Atalanta garantiva alla squadra vincitrice della sfida un posto tra le «top eight» di Europa League. Per i nerazzurri il cammino in Europa non aveva sin qui riservato loro dei grandi ostacoli, e anche l’obbiettivo di migliorare e crescere con sfide di livello internazionale era stato raggiunto solo parzialmente. A parte le quattro gare contro i lusitani, alla squadra di Gasperini erano toccate due sfide contro il modesto Rakow, e due di livello intermedio contro gli austriaci dello Sturm Graz. Nulla di particolarmente difficoltoso, e nemmeno di troppo stimolante, visto che contro lo Sporting, oltre alle quattro gare di stagione, l’Atalanta in Europa ci aveva giocato altre otto volte. Ma tant’è, e l’approdo ai quarti riserverà ora ai nerazzurri un’avversaria più “coinvolgente” e di rango, a patto però di evitare Roma e Milan, altrimenti il cammino in Europa League dei nerazzurri, tra Portogallo ed Italia, si consumerebbe in qualcosa di “asfittico”. Tornando invece ai temi del match contro i lusitani, e per fare un’analisi completa, dobbiamo partire cercando di interpretare in modo empatico i ragionamenti fatti a Zingonia in settimana e che hanno portato Gasperini a schierare l’undici di partenza mostrato in grafica qua sotto.
Dopo le quattro gare di campionato contro Milan, Inter, Bologna e Juventus, intervallate dalla trasferta in Portogallo contro lo Sporting (tutte giocate nell’arco di 17 giorni), le “batterie” dei nerazzurri non potevano di certo essere cariche. Bisognava dunque ragionare sul passaggio del turno in Europa League, sapendo però di dover giocare una gara decisiva per il campionato tra tre giorni contro la Fiorentina.