L’ appendice della sedicesima giornata di campionato ha visto protagonisti l’Atalanta nella sfida contro la Salernitana. Una gara che sulla carta si presentava semplice visto il distacco in classifica tra le due formazioni, ma che ha nascosto più di un’insidia, come spesso accade nelle sfide definite “testa-coda” del nostro campionato.
La prima era costituita dal fatto che non è mai semplice giocare dopo che le dirette avversarie lo hanno già fatto. Tra sabato e domenica avevano vinto ed allungato in classifica il Napoli, la Fiorentina, il Bologna, ed i nerazzurri erano anche stati agganciati dal Torino di Juric. Il che ha reso ancor più complicato a livello mentale la sfida contro i granata, che obbligava i nerazzurri a vincere per restare attaccanti al gruppone di testa. Il gol della Salernitana non ha certo aiutato sotto questo aspetto. La seconda, e non meno importante, era costituita dallo stile di gioco della squadra allenata da Filippo Inzaghi. Da quando il tecnico piacentino è subentrato a Sosa nella conduzione tecnica dei granata, la Salernitana ha adottato un gioco reattivo. Il dato relativo al possesso palla è andato progressivamente calando, e nelle ultime quattro giornate che hanno preceduto la sfida contro i nerazzurri era rimasto sotto il 42% di media.