D opo aver analizzato le prestazioni di difesa e centrocampo (leggi QUI e QUI gli approfondimenti) in queste prime otto giornate di campionato, è il momento di analizzare il rendimento dell’attacco atalantino. Il reparto avanzato nerazzurro è stato tra quelli che ha fatto più discutere i tifosi in questa estate infuocata. Da prima per la cessione di una bandiera storica dell’Atalanta come Duvan Zapata, peraltro ceduto al Torino negli ultimi giorni della sessione estiva di mercato, quando il neo acquisto El Bilal Touré era già stato colpito da un serio infortunio. Poi, perché dopo che da più parti si erano paventati i rischi che si sarebbero corsi a restare con un’unica punta di ruolo fino al recupero dell’attaccante maliano previsto per dicembre, si è da prima dovuto fare i conti con le non perfette condizioni atletiche di Scamacca ad inizio campionato, e successivamente proprio con l’infortunio che ha colpito Gianluca quando il centravanti nerazzurro stava ingrandendo, ed aveva dato un saggio delle sue capacità realizzando una doppietta nella partita vinta per 3-0 contro il Monza. Per capire cosa sta succedendo e se c’è qualcosa di cui ci si dovrebbe preoccupare, dobbiamo al solito lasciar parlare i numeri. Nelle prime otto giornate di campionato l’Atalanta ha messo a segno 13 reti (1.63 gol ogni 90 minuti di gioco), un risultato che evidenzia le difficoltà legate all’indisponibilità e al periodo di adattamento dei nuovi, e che la pone al di sotto a quanto fatto negli ultimi due campionati di A. Nella stagione scorsa, la media gol realizzati a partita dai nerazzurri è stata di 1.74. Ciò significherebbe che mantenendo la media attuale, al termine del campionato l’Atalanta realizzerebbe 4 reti in meno. Nella stagione 21/22 i nerazzurri realizzarono 1.71 reti ogni novanta minuti, con lo stesso risultato per quanto riguarda il confronto delle reti realizzate al termine della stagione.