Atalanta, le scelte e gli obiettivi «mobili»: cosa può insegnare questa stagione per il futuro

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

Lettura 5 min.

L a sconfitta interna contro l’Inter obbliga nuovamente l’Atalanta a riformulare i propri obbiettivi stagionali. La squadra di Gasperini fallendo l’appuntamento con la vittoria in una gara chiave, si ritrova ora a giocare le ultime nove gare di campionato, non tanto con la speranza - ormai più flebile - di vincere lo scudetto, ma bensì con l’obbiettivo di tornare la prossima stagione in Europa dalla porta principale. Un obbiettivo - quello di ritornare a giocare in Champions League - non scontato, visto che il calendario in salita dei nerazzurri proporrà ancora tanti scontri diretti, a partire da quello che vedrà opposta l’Atalanta alla Fiorentina allenata da Palladino tra dieci giorni al Franchi, e che i nerazzurri dovranno affrontare senza Ederson, squalificato dopo l’espulsione rimediata contro l’Inter. La sconfitta interna contro la squadra di Inzaghi, arrivata al termine di una gara dove la differenza tra le due squadre è parsa piuttosto netta, ha sollevato una serie di riflessioni tra i tifosi nerazzurri. Riflessioni che sono diventate lo spunto per questo approfondimento. Ovviamente la questione che tiene banco, ed a cui abbiamo accennato nell’incipit di questo pezzo, è relativa alla rimodulazione degli obbiettivi, che in casa nerazzurra sono avvenuti “in corsa”, e spesso a seguito di eliminazioni, fino a mettere lo scudetto nel proprio mirino - al momento sbagliato -. Obbiettivi che non sono stati sbandierati né dalla squadra, e né dalla dirigenza (decisamente più dall’allenatore) - più o meno nessuno la fa -, ma che si sono potuti intuire da come la squadra si è mossa prima e dopo gli appuntamenti ritenuti cruciali.