Q uando si sbanca il campo della capolista come ha fatto l’Atalanta nel lunch match di domenica, l’attenzione dei media si focalizza sui protagonisti di quell’impresa. Così, a poche ore dalla fine della partita, Gasperini è stato invitato un po’ ovunque, dalle TV alla radio, per rispondere ad una sequela infinita di domande. Le questioni che sono state sottoposte al tecnico di Grugliasco sono state le più diverse, e non sempre hanno messo correttamente a fuoco la prestazione dei nerazzurri. L’eccesso di semplificazione ha spinto più di un giornalista a cercare “la chiave” della vittoria, riducendo così un evento complesso come una partita di calcio a una sola intuizione.
Ovviamente questa “chiave” non poteva non avere quale argomento principe il mancato schieramento di Retegui nell’undici titolare. Si è dunque parlato di come l’Atalanta abbia sbancato il Maradona grazie al fatto di aver “sottratto un punto di riferimento” alla difesa dei partenopei. Argomentazione quest’ultima che riteniamo molto labile, e che nella scaletta di quelle che hanno portato alla rinuncia di Mateo ad inizio gara risiede nelle ultime posizioni. Come ricordato dallo stesso tecnico dei nerazzurri, il centravanti italo argentino aveva bisogno di minuti di riposo dopo essere stato impiegato massicciamente nelle gare precedenti, ed in vista dei prossimi (altrettanto importanti) impegni. In primis poi, bisognava limitare la mediana del Napoli in fase di non possesso, e per farlo bisognava ricorrere ad un giocatore con le qualità di Pašalić, il più capace tra i nerazzurri a fornire un apporto ugualmente valido nelle due fasi principali di gioco.