Atalanta, l’analisi di Mihaila spiega l’utilità per Gasp: corsa, salta l’uomo, usa destro e sinistro. Gol e dribbling: 2 video

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I l 2 giugno 2017 approdava alla corte di Gasperini un giocatore totalmente sconosciuto proveniente dalla squadra olandese dell’Heracles Almelo. Quel giocatore che rispondeva al nome di Robin Everardus Gosens, con il suo arrivo non suscitò l’entusiasmo di nessuno, e gli unici ragionamenti positivi che si spesero a favore del tedesco erano più che altro legati alla capacità di Giovanni Sartori di scovare talenti.

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Dopo cinque anni trascorsi indossando la casacca dell’Atalanta, quel giocatore sconosciuto acquistato per soli 1.170.000 euro, è diventato uno dei migliori esterni al mondo, e uno dei titolari fissi della nazionale tedesca. Abbiamo voluto introdurre la figura di Valentin Mihaila proprio partendo da qui, non per buttare sale su una ferita che per molti è ancora aperta, ma per ricordare che l’Atalanta “costruisce” campioni, non li compra. La delusione per la partenza del tedesco è palpabile, e anche chi vi scrive ne è stato colpito. Lo “shock” di vedere Robin con un’altra maglia nerazzurra ha fatto male a me come a molti di voi. Penso di interpretare il pensiero comune dicendo che assieme abbiamo atteso, nelle ore seguenti alla cessione, una mossa di mercato “importante” da parte dell’Atalanta. Quasi una reazione, che però non è arrivata. Se però lasciamo decadere la delusione, e lasciamo spazio ad ragionamento più lucido, possiamo forse inquadrare meglio il nuovo acquisto nerazzurro. Lungi da noi fare gli avvocati di parte della proprietà nerazzurra (ne hanno sicuramente di migliori), ma sarebbe ingiusto non ricordare ora che i Percassi hanno da sempre predicato di “restare con i piedi per terra”, e di non lasciarsi trasportare da voli pindarici, ai quali spesso seguono violente ricadute. L’Atalanta deve operare in modo intelligente se vuole mantenere lo status attuale. Ad acquisti importanti come Boga (22 milioni), deve affiancare in modo bilanciato giovani prospetti.