Atalanta-Genoa, match analysis. Quella «novità» che si ripete: non ci sono più 16 titolari, con troppi cambi si perde qualità

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D opo la convincente vittoria contro il Leverkusen in Europa League, l’Atalanta era alla ricerca di conferme anche in campionato. Nella gara valevole per la ventinovesima giornata di Seria A, i nerazzurri si sono trovati di fronte il Genoa di Alexander Blessin. Il tecnico nato a Stoccarda, prima della partita di domenica sera al Gewiss Stadium aveva inanellato ben sei pareggi nelle sei gara di A. Blessin aveva sicuramente dato un gioco più equilibrato al grifone, che rispetto alle gestione precedenti (1.9 xG conceded) aveva concesso sotto la sua guida xG 1,16 di media per novanta minuti. Una gestione più equilibrata abbiamo detto, ma non rinunciataria. I rossoblu erano stati capaci di effettuare in media 12 tiri a partita in grado di far salire a 1.63 xG di creati, rispetto agli 1.03 delle gestioni precedenti. Tutte ottime statistiche che sono servite a stoppare l’Atalanta, che per l’ennesima volta ha perso punti in casa e continua ad incontrare notevoli difficoltà in questo suo girone di ritorno.

Tanti i cambi (e ci verrebbe da dire … al solito troppi)nell’undici di partenza di Gasperini rispetto alla gara di giovedì. Vediamoli rapidamente. Tra i pali, Sportiello ha sostituito il non impeccabile Musso di Europa League. Scalvini ha giocato nei tre di difesa assieme a Dijmsiti e Palomino mentre Pessina e Koopmeiners hanno formato una la linea di mediana atipica. Più “normali” gli ingressi nell’undici di partenza di Pasalic nei tre d’attacco e Maehle sulla corsia di sinistra. Modulo: 3-4-1-2. Il Genoa di Blessin ha risposto all’undici di partenza di Gasperini schierandosi con il 4-2-3-1. Diverse le assenze in casa grifone: Buksa, Cambiaso, Criscito, Czyborra, Ekuban, Piccoli, Vanheusden, tutti per infortunio; Rovella e Sturaro per squalifica.