N elle ultime partite giocate dall’Atalanta sono molti i giocatori che sono parsi in crescita. Per molti di loro, e che conosciamo bene perché sono a Bergamo da diversi anni, si è trattato di tornare sui livelli abituali di rendimento. Per altri, che sono sbarcati a Bergamo solo da qualche mese, si è invece trattato di scoprire (piacevolmente) il loro valore. Tra quest’ultimi c’è anche il brasiliano Ederson (Ederson Josè dos Santos Lourenco da Silva, questo il suo nome completo) che è approdato all’Atalanta nello scorso mese di luglio. La cifra spesa dal club nerazzurro per assicurarsi le prestazioni sportive del brasiliano di Campo Grande è stata di quelle importanti (21,4 milioni contro una valutazione di mercato di poco superiore ai 13 milioni), e proprio per questa ragione i tifosi nerazzurri si aspettavano che Josè impattasse da subito e in modo altrettanto importante sul gioco della squadra di Gasperini. Così non è stato, perché il brasiliano ci ha messo del tempo ad adattarsi ai dettami tattici del tecnico di Grugliasco, esattamente come Gasperini ci ha messo del tempo per trovare il modo migliore di sfruttare le caratteristiche del centrocampista brasiliano. Nelle sessione a porte chiuse del ritiro di Rovetta, il mister sperimentò diverse volte “a secco” la soluzione che prevedeva il lancio lungo di Koopmeiners proprio per Ederson, schierato alle spalle degli attaccanti, che doveva velocemente aggiustarsi la palla e tirare. Una soluzione che vedeva il centrocampista brasiliano schierato sulla trequarti, posizione nella quale Gasperini ha impiegato per diverse volte Ederson ad inizio stagione. Josè, pur essendo un centrocampista centrale, fisicamente strutturato e che da il meglio di sé nella fase difensiva, si è adattato a giocare li, anche se lo ha fatto con alterne fortune. In questo approfondimento valuteremo e misureremo con i dati l’evoluzione di Ederson dentro il gioco dell’Atalanta.