B ene in coppa, così così in campionato. Prima della sfida di domenica pomeriggio contro il Cagliari di Ranieri, era stato quantomeno incerto il cammino dell’Atalanta in Serie A. Delle quattro gare giocate, l’unica prestazione davvero convincente era stata la vittoria interna con il Monza. Gli uomini di Gasperini avevano faticato più del previsto contro il Sassuolo; giocato appena sopra la sufficienza con la Fiorentina, e avevano dato vita a una prova sconcertante contro il Frosinone. I nerazzurri dopo la quarta giornata erano lo spartiacque del campionato. Sotto di loro vi erano le squadre di coda, sopra di loro le squadre che possono ambire alle posizioni importanti, ovviamente con qualche intrusa come il Lecce, in quella che è una situazione tipica dell’inizio di ogni campionato. Dopo la gara contro il Cagliari la classifica è più delineata e ora sorride a Gasperini e ai suoi, che sono tornati ad occuparne i piani nobili. Gli isolani si sono presentati al Gewiss con soli 2 punti in classifica, frutto dei pareggi ottenuti contro l’Udinese (0-0) e contro il Torino (0-0). Gli uomini di Ranieri avevano (ed hanno) un problema con il gol, con una sola rete realizzata nelle prime quattro giornate. I rossoblù nelle prime quattro giornate di campionato avevano statistiche tipiche da squadra di bassa classifica: 9 tiri di media a partita, con soli 0.75 xG creati ogni 90 minuti. Possesso palla ridotto al minimo (39%), con soli 395 passaggi effettuati, e una precisione del 79.5%. Nonostante il 3-5-2 conservativo (modulo sin qui più utilizzato da Ranieri) il Cagliari aveva concesso parecchio alle sue rivali: 13 tiri a partita per 1.56 xG.