Come funziona la «coperta» dell’Atalanta: se la tiri indietro, produci meno davanti. Con l’Arsenal è stata perfetta

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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A l debutto nella Super Champions, l’Atalanta si è presentata con l’abito buono, e ha fatto un gran bel figurone. Nella spettacolare cornice del Gewiss Stadium, che ha ruggito e spinto i ragazzi di Gasperini per tutto il tempo di gara, i nerazzurri hanno giocato una fase di non possesso al limite della perfezione, e con il trascorrere dei minuti sono cresciuti in personalità e qualità, sfiorando la vittoria contro i vice campioni di Premier League dell’Arsenal. Una vittoria che sarebbe stata anche giusta se consideriamo il dominio territoriale mostrato dai nerazzurri nel secondo tempo, e avrebbe premiato la squadra più determinata delle due nel cercare i tre punti, nonostante di azioni veramente pericolose, rigore a parte, non se ne siano poi viste molte. Per il momento quindi, la squadra di Gasperini si deve accontentare di incassare i tanti complimenti ricevuti e di aver mosso la classifica. L’Atalanta con un punto, zero reti fatte e zero subite, occupa ora la 18ª posizione, e anche se è decisamente prematuro fare qualsiasi tipo di ragionamento relativo alla qualificazione, è comunque confortante vederla nel gruppo delle squadre in cui si spera rimanga fino al termine di questa prima fase. Molto più complicato sarà invece arrivare nel gruppo delle prime otto: ai nerazzurri servirebbe da qui in poi fare un percorso perfetto, condito da tante reti segnate e poche incassate. La gara contro l’Arsenal ha comunque infuso tanta convinzione ed energie positive nella testa dei nerazzurri, esattamente come ha ricordato a tutti Gasperini nel post partita. Delle capacità di questo gruppo i veterani erano già consci, ma da giovedì sera lo hanno capito anche i nuovi, la maggior parte dei quali, esattamente come contro la Fiorentina o ha assistito all’incontro dalla panchina, o ha calpestato l’erba del Gewiss solo per pochi minuti. D’altronde, c’è un mestiere da imparare, ed il modo migliore per farlo è osservare chi lo sa già fare, e farsi trovare pronti al momento opportuno.

Abbiamo parlato in apertura di una fase di non possesso al limite della perfezione. La miglior dimostrazione di quanto detto sta ovviamente nei numeri, ed è quindi giusto partire dall’analisi dall’evoluzione della linea degli xG nell’arco temporale della partita. La linea rossa, relative alle occasioni avute dalla squadra di Arteta si è mossa in orizzontale e con pochissimi sussulti sino al termine della gara.