D opo la gara giocata in Olanda contro l’AZ la scorsa settimana, l’Atalanta è tornata in campo contro un’avversaria di livello per il suo secondo test di preparazione alla stagione 2024/25. A testare le gambe dei ragazzi di Gasperini ci ha pensato in quest’occasione il Parma di Pecchia, neo promossa in A e voglioso di mettersi in mostra contro i nerazzurri. Proprio come abbiamo ribadito sette giorni fa, di queste partite la cosa meno importante è il risultato finale, che ha un valore relativo. Il concetto ovviamente resta valido anche quando il passivo è di quelli pesanti, come il 4-1 inflitto dai gialloblù all’Atalanta. Anzi, partiamo con il dire che il passivo poteva anche essere maggiore, perché il Parma qualche palla gol in contropiede l’ha pure sciupata, soprattutto nella ripresa, ma nonostante questo, crediamo che del risultato finale ci sia poco (o meglio nulla) di cui preoccuparsi. Per quel che riguarda la sfida del Tardini, è stato il brutto l’infortunio capitato a Scamacca a far preoccupare maggiormente i tifosi e la dirigenza nerazzurra. Il rischio più grosso che si cela dietro a queste gare è purtroppo proprio quello di perdere giocatori importanti prima dell’inizio della stagione, e il guaio capitato a Gianluca è di quelli seri. L’attaccante nerazzurro è uscito dal campo senza appoggiare a terra la gamba sinistra e si è subito capito che si era di fronte a qualcosa di grave. Le diagnosi effettuate a Villa Stuart nella giornata di lunedì non hanno poi lasciato dubbi: lesione del crociato del ginocchio sinistro con conseguente intervento chirurgico effettuato nel pomeriggio. Tradotto: Scamacca non sarà a disposizione dell’Atalanta per almeno sei mesi, e la società dovrà ragionare in ottica mercato. Ma su questo ci torneremo in settimana. Tornando ai temi della gara, vi dobbiamo una spiegazione sul perché riteniamo non ci si debba preoccupare della sconfitta del Tardini. Le amichevoli vengono programmate e giocate principalmente per soddisfare due esigenze. La prima è per testare la condizione di una squadra e portarla gradualmente a quello che si definisce “ritmo gara”. L’intensità dello sforzo che richiede una partita (anche amichevole) è difficilmente replicabile in allenamento, e quindi queste sfide possono dare importanti risposte agli allenatori. Sicuramente quella di Parma ne avrà date a Gasperini.