M ancano 270 minuti per conoscere il destino dell’Atalanta nella prossima stagione. Anche quest’anno i nerazzurri sono in corsa per l’Europa (qualche campionato addietro simili discorsi li avremmo fatti per il mantenimento o la riconquista della categoria), ma se ci sarà da viaggiare o meno su è giù per il continente, e nel caso, in quale competizione bisognerà farlo, al momento è un tema più che mai avvolto da incertezza. Dopo aver battuto Roma, Torino e Spezia nel mese di aprile, ed essersi così rilanciati nelle posizioni più nobili della classifica, i nerazzurri hanno cominciato a perdere pezzi (leggere giocatori titolari), e sono incappati in due sconfitte contro Juventus e Salernitana. Se il ko contro i bianconeri, complice la forza della formazione di Allegri, è stato accettato da tutti senza troppi brontolii, la sconfitta contro i granata ha lasciato tanto amaro in bocca ai tifosi nerazzurri. In primis perché è arrivata (inaspettata) in un turno di campionato che sarebbe potuto risultare molto proficuo per la squadra allenata da Gasperini. La 35ª giornata ha difatti visto frenare le principali concorrenti dell’Atalanta, con il Milan che è capitolato contro lo Spezia, e la Roma che ha strappato un pareggio a Bologna. E poi perché è arrivata nei minuti di recupero di una gara sofferta per i nerazzurri, ancora una volta ridotti all’osso per quanto ha riguardato i giocatori disponibili e in cui i ragazzi di Gasperini, pur non esprimendo una buona qualità di gioco, avevano comunque stretto i denti e avrebbero meritato il pari. Come abbiamo detto nell’approfondimento della scorsa settimana, i numeri ora contano poco. A influire maggiormente sul raggiungimento dei risultati sono ora altri fattori. Per questo motivo da qua alla fine del campionato dovremo ragionare, negli scritti di metà settimana, sui temi caldi del momento. Ovviamente lo faremo a modo nostro, e se sarà possibile qualche numero ce lo metteremo, ma ora, senza indugiare ulteriormente, non ci resta che cominciare.