Alle origini del calcio di Gasp/1. Catuzzi, Galeone, Michels: ecco dov’è nata l’Atalanta delle meraviglie

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«H o passato molto tempo, prima di iniziare ad allenare, cercando di costruire qualcosa che fosse solo mio. Più che studiare ho ricercato, copiato e modificato per costruire una mia metodologia, nella quale ci sono ancora tanti dubbi, ma anche certezze acquisite. Posso dire questo, ciò che conta davvero nel mestiere di allenatore è crearsi una propria metodologia. A parlare è Gian Piero Gasperini, nel 2011 a Pinzolo durante un corso organizzato dall’Inter che raggruppava tecnici di società giovanili e dilettantistiche di tutta Italia. La frase richiama alla memoria il postulato fondamentale di Lavoisier, «nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma», quindi, tutto si modifica, si plasma riconducendolo alla propria dimensione e capacità. E’ questo che sembra dire Gasperini in quell’intervista. La creazione di un concetto è un’operazione laboriosa, che richiede studio, applicazione e tempo. Nel caso dell’allenatore di Grugliasco è frutto dell’ibridazione di più di un’idea, ognuna come vedremo legata qualcosa di precedente, fino a perdersi nella storia stessa del calcio. L’obiettivo di questo approfondimento e della seconda puntata è questo: andare alle origini del calcio di Gasp.