C ome tutti gli scapoli con un minimo di agio economico, il Professor Caudano in tempi normali sopperisce ai propri gravi limiti culinari o acquistando cibo preparato in qualche buona rosticceria del centro o, meno spesso ma non del tutto raramente, uscendo a pranzo o a cena. A pranzo, quando ha impegni scolastici pomeridiani e finisce alla quinta ora, sicché non avrebbe neppure il tempo per tornare a casa, preparare, mangiare e tornare al “Leonardo da Vinci”; a cena, quando arriva a sera stanco, magari per aver corretto tutto il pomeriggio e allora si premia con la pizza che preferisce, di un pizzaiolo napoletano doc vicino alla chiesa di San Pietro, di cui è antico cliente, o con una trattoria tipica appena fuori le mura, dove sanno già che ordinerà l’antipasto di bruschette con pecorino e ciauscolo, i maccheroncini di Campofilone al ragù e per chiudere il loro tiramisù, cui non sa rinunciare. Il dottor Anchise, che nel frattempo grazie a Dio è tornato a casa, contro queste cene ha debolmente lottato, poi deve essersi detto che un Caudano sovrappeso è meglio che un Caudano depresso, e ha lasciato perdere.