Zeman sibillino sull’Atalanta: due «stranamente» e un tornado di sospetti (ecco a voi il fango 2.0)

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A bbiamo volutamente lasciato passare due giorni. Perché magari l’onda si placava, e le parole di Zeman sull’Atalanta finivano dritte dove meritavano: nel cestino del solaio. Invece, l’onda non si placa. Perché sulla rete è verissimo il detto secondo cui basta un battito d’ali di una farfalla in Brasile per scatenare un tornado in Texas. Qui il battito d’ali – o meglio, la sbandata di una lingua in libera uscita – avviene a Roma, negli studi di RadioRai. E il tornado si propaga ovunque, per «merito» dei siti che copincollano qualsiasi cosa, pur di riempire. E per «merito» di legioni di «youtuber», che riversano fiumi di parole, spesso tracimanti. Parole su parole su parole su parole che alla fine qualcosa lasciano: se l’Atalanta corre così, ci sono due ipotesi. La migliore: ha passato la quarantena ad allenarsi fregandosene delle regole. La peggiore: è una squadra di dopati. Perché, tutto questo? Perché l’ha detto Zeman, una sorta di Cassazione del calcio qualsiasi cosa dica. Un signore che da sempre viene considerato un guru nonostante l’assenza di prove, di risultati, al momento (che ormai dura da un bel po’) pure di panchina.