N on è un match point come quelli di Sinner e Berrettini, ma somiglia parecchio. Messa via l’ennesima sosta per le partite (se scriviamo inutili si offende qualcuno, ma pazienza: continuiamo a ritenere inutile la Nations League, che ingolfa calendari già di per sé ingolfatissimi e non ha né storia né fascino) delle Nazionali, ci si rituffa nell’ennesima centrifuga di partite. E l’Atalanta, che in questa nuova formula di Champions, anch’essa inventata per aumentare il numero di partite con le quali ingozzare di calcio il pubblico davanti alla tv, puntava a ottenere la qualificazione con un piazzamento tra il 9° e il 24° posto, ha già un match point per il suo obiettivo. Ricapitolando: tutte le simulazioni dicevano che ottenere almeno 10 punti in 8 partite avrebbe garantito il passaggio alla fase successiva. L’Atalanta è giusto giusto al 9° posto, ha 8 punti. Dice chi mastica statistiche e calcoli che con un punto oggi avrebbe di fatto comunque la qualificazione in tasca, ma una vittoria la garantirebbe. Tutto al netto dell’aritmetica, of course. Ma siccome è impensabile che quelle dietro vincano sempre, è chiaro che ritrovarsi alle 23 di stasera con 11 punti significherebbe già aver tagliato il traguardo.