«C hieda scusa, poi ne parliamo». Il tribunale popolare atalantino, alla notizia della conferma di Marco Sportiello, aveva subito sentenziato in questi termini. Esigeva le scuse per quelle dichiarazioni velenose rilasciate a Firenze. Quelle erano le parole di un giocatore cresciuto qui, e che con l’Atalanta aveva chiuso in malissimo modo. Parole sbagliate, come ora riconosce anche lo stesso Sportiello. Ma chiunque, o quasi, quando il livello del rancore sale oltre i livelli di guardia, perde il controllo della parola. Quando si è arrabbiati e si segue l’istinto di «ferire» l’avversario, quasi sempre la si dice troppo grossa. Così è capitato anche a Sportiello a Firenze, contro l’Atalanta.