Riaprire gli stadi per mille «invitati»? Tantissimi rischi per pochissimi spettatori

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A volte, ma forse pure spesso, si fatica a capire la logica di talune decisioni. Parliamo di stadi. Si è tenuto tutto chiuso - giustamente - in piena estate, nonostante l’epidemia avesse rallentato tantissimo la sua corsa. E si decide di riaprire ora che l’epidemia sta rialzando testa e gomiti. Prima perplessità: sono sicuri i «decisori» che il messaggio che indirettamente si comunica con questa scelta non sia in qualche modo rischioso? Già l’Italia deve - e dovrà - fare i conti con i fisiologici contagi derivanti dalla sacrosanta riapertura delle scuole. E dovrà probabilmente farli con quelli che sorgeranno dal progressivo abbandono dello smart working. Qualcuno sentiva il bisogno di correre qualche rischio per mettere mille persone dentro gli stadi? Forse qualcuno sì: la sorpresa è che il Governo si sia preso la briga, di punto in bianco e senza un «dibattito» sul tema, di dar retta a chi probabilmente da settimane faceva pressioni a ogni livello per arrivare a questa svolta.