L a prima premessa è che non si può vincere sempre. La seconda premessa è che, però, non si può nemmeno sempre giocare così. Perché alla lunga capita anche di non vincere. E adesso siamo al secondo pareggio di fila, intervallato dalla sconfitta di Riad. Non sono per forza un campanello d’allarme i risultati, ma lo sono le prestazioni. E se fino a prima della Lazio le prestazioni erano mascherate dai risultati, dai gol nel finale, dal capogiro da classifica, ora no. Ora è rimasto Carnesecchi a evitare la sconfitta, ma attenzione: come non sempre arriva il gol nel finale, non sempre arriva il palo, non sempre arriva il portiere a salvare tutto. E va detto chiaro e tondo: a Udine l’Atalanta avrebbe meritato di perdere, ed è un punto guadagnato. Solo che quando sei in alto, in altissimo, e quando poi il calendario dice Juventus e Napoli nei prossimi 7 giorni, allora a Udine andava messa in campo un’altra prestazione e possibilmente andava costruita la possibilità di vincere. Possibilità non è certezza, ma è almeno un tentativo. A Udine non c’è stato nemmeno il tentativo: i friulani hanno vinto sul piano tattico, hanno vinto sul piano fisico, hanno vinto sul piano delle occasioni create, al netto del guizzo finale di Samardzic. L’Udinese ha vinto su tutto il fronte, meno che nel risultato. Per questo è un punto guadagnato anche se di sicuro la classifica peggiorerà.
Le scelte di Gasp
Alla luce di questa partita deludente vanno riconsiderati i giudizi sulle scelte di Riad? In parte sì. Perché qui si era capita la logica della parziale rinuncia alla Supercoppa: conta il campionato. Ok. Tosta da digerire, ma ci sta. «Conta l’Udinese», disse Gasperini alla vigilia dell’Inter e del volo di ritorno per Bergamo. Però, dal 2 gennaio all’11 gennaio la squadra è arrivata a Udine in netto peggioramento. Sicuramente questi giorni sono serviti a caricare la squadra per il periodo terribile che l’attende, ma forse (forse) il carico è stato eccessivo, se poi ci si presenta in una partita da non sbagliare e la si sbaglia così clamorosamente.