L a goleada, la classifica, la partita in scioltezza. E invece noi cominciamo da Gianluca Scamacca. Perché è anche lui una notizia, dentro questa Atalanta-Frosinone che era finita prima ancora di cominciare, o quasi. Gianluca Scamacca è tornato titolare, non ha fatto gol, ha fatto una buona partita. Gianluca Scamacca è un calciatore dell’Atalanta e questo è un momento delicato. Glielo si leggeva sul volto, al momento della sostituzione: voleva fare gol, non l’ha trovato. E forse avverte su di sé il peso di grandi aspettative, aspettative che - va detto - sono giustificate dalla sua caratura tecnica, dal suo pedigree, dal grande investimento che l’Atalanta ha fatto portandolo a Bergamo. Partiamo da Gianluca Scamacca perché s’avverte nitida, nell’ambiente, una tendenza all’impazienza. Che è l’anticamera dei commenti scocciati, ingenerosi. Bisogna fare attenzione, perché i giocatori sono uomini, e gli uomini hanno lati forti e lati deboli. Sia chiaro, nessuno intende dire che Scamacca debba essere esentato da rilievi critici. Questo mai. Ma che non si esageri, che non lo si prenda di mira per soddisfare una certa - e mai sopita, soprattutto di questi tempi - voglia di nemico, di una valvola di sfogo, questo assolutamente sì. Gianluca Scamacca è un calciatore dell’Atalanta e bisogna «proteggerlo», far sì che avverta questa città come «sua». Una città che lo aspetta perché una cosa è inevitabile: capitano partite come questa, che le vinci 5-0 anche senza i gol del centravanti. Ma poi arrivano le partite in cui i giocatori «superiori» fanno la differenza, quelle senza appello, quelle che decidono la stagione. Scommettiamo? Scamacca sarà lì, e quando i gol del centravanti saranno decisivi arriveranno. Tutto qui? Certamente no, in fondo a questo 5-0 c’è anche altro da dire.