L’Atalanta e le altre: Serie A in equilibrio, con meno fuoriclasse e più solida nelle panchine. L’opinione di Cesare Malnati

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C he campionato sarà? Dal punto di vista tecnico, più povero. Partiti Lukaku, Ronaldo, Donnarumma. Ci si potrebbe chiedere a che cosa sia servito vincere gli Europei, se i tre fuoriclasse della serie A scorsa se ne sono andati. Passiamo oltre. Sarà tuttavia un campionato più incerto, al vertice. E questo è un bene. Avere superato l’egemonia della Juventus dei nove scudetti di seguito e lo strapotere dell’ultima Inter non può che aumentare curiosità e interesse. Dovrebbe risultare pure un torneo più «italiano», cioè con l’attenzione al risultato nuovamente prevalente. Per continuare ad allenare un tecnico come Di Francesco, per esempio, pare rassegnato a schierare il suo Verona rinunciando al dogma del 4-3-3 costatogli delusioni in serie. Ma la Roma è passata da Fonseca a un pratico verticalista come Mourinho. E soprattutto Allegri si è riappropriato della Juventus, reduce da Pirlo. Fra le big, Maldini e Massara, dirigenti operativi del Milan, hanno lavorato con idee chiare e tempestività. Forse spetta a loro due la palma dei più bravi, tenuto conto delle difficoltà. Dovendo far fronte alle defezioni di Donnarumma, sono andati dritti su un portiere sconosciuto alle grandi platee (Maignan, campione di Francia col Lille), che si è già visto in grado di sostituire Gigio. Al posto di Chalanoglou, altro calciatore perduto a zero, Messias, acquisto dell’ultim’ora, ma il vero colpo è stato Giroud, senza dubbio il vecchione (35 anni) più ambito d’Europa per la sua qualità sia come regista della fase offensiva sia in base alle doti realizzative. Florenzi e Bakayoko costituiscono l’aggiunta d’esperienza indispensabile per la Champions, Pellegri l’investimento per il futuro. Vediamo il dettaglio di tutte le altre.