V ista così, con la bocca buona che ci siamo fatti, ci sarebbe quasi da dire: ma dai, la Coppa Italia può anche finire in un angolo. Dopo un’Europa League vinta, le qualificazioni Champions in serie, una stagione che ha proiettato l’Atalanta direttamente nella lotta scudetto: dopo tutto questo, l’istinto direbbe che la competizione che più di tutte ha rappresentato un sogno in questi anni, ma allo stesso tempo più di tutte ha prodotto delusioni, potrebbe anche essere sacrificata sull’altare di un calendario ingolfatissimo, di introiti economici risibili rispetto alla Champions, e via giustificando. Ma a questo punto già sentiremmo gli strali di Gasperini: chi dice che bisogna scegliere, dal suo punto di vista, ha sempre torto. Ed è un torto che l’allenatore può distribuire con pienissima ragione. Inutile ricordare, per umana compassione, i precedenti dello scorso anno, quando Gasperini scelse di non scegliere e alla fine ebbe piena ragione: si diceva di sacrificare l’Europa League per aumentare le possibilità di centrare la Champions, e lui ha vinto l’Europa League e ha centrato la Champions. E, by the way , s’è portato a casa la terza finale di Coppa Italia della sua gestione. Quindi, prendete tutte le argomentazioni sopra esposte e buttatele nel cestino: ricominciamo.