V isto ieri a bordocampo prima di entrare in campo, Musa Barrow sembrava un leone in gabbia. Volto concentrato, occhi «giusti». Al punto che, forse per autoconvincerci che questa partita stregata sarebbe finita in gioia, ci siamo detti: «Si, è la sua giornata. Entra lui e la risolve». Invece, al primo controllo di palla, buio pesto: palla schizzata dal piede verso il fallo laterale, e speranze in rapido dissolvimento. Incantesimo era, e incantesimo - se ci passate il termine - sarebbe rimasto.