Il «sentiero stretto» del calcio, e il pantano dell’indecisione. Allenamenti, ok vicino: piccolo passo avanti verso la ripresa

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L a ripresa del campionato? Al momento in cui scriviamo (ma lo è da diversi giorni), «è un sentiero che resta stretto», riportando la metafora che il ministro Spadafora ripete da giorni come un mantra. Al momento pare non ci sia ancora intesa tra il comitato tecnico scientifico e i rappresentanti della Figc. I protocolli presentati sono considerati insufficienti, anche se nessuno ha mai specificato il perché, o indicato apertamente i punti critici. Si continua quindi a parlare in modo abbastanza “astratto” di ripartenza (ventilata con più o meno forza dai club di Serie A) e chiusura totale del campionato, minacciata a più riprese da Spadafora. Il tutto si inserisce in una fase due abbastanza confusa, con il ministro che ha concesso la ripresa degli allenamenti delle discipline individuali (e giusto nelle ultime ore ha chiesto al Cts di valutare la ripresa degli allenamenti individuali anche per le discipline di squadra), ma vieta la ripresa degli allenamenti degli sport di squadra a livello professionistico. Tutti noi siamo ovviamente felici che la gente possa tornare a correre o ad utilizzare la bici, ma ci viene difficile capire come possa costituire una situazione di pericolo la ripresa degli allenamenti di squadre professionistiche che hanno le migliori strutture del paese e la cui ripresa sarebbe normata nei minimi dettagli. Abbiamo già descritto in un articolo qui su Corner, di come la Bundesliga abbia “regolato” ogni situazione e previsto in modo dettagliato come procedere al presentarsi di situazioni critiche. Abbiamo poi dato un’occhiata alle 47 pagine dei protocolli della Figc, che ci sembrano in linea (per non dire “aderenti”) ai protocolli dei tedeschi. E quindi?