Giusto fermare tutto. La partita da vincere adesso si gioca chiusi in casa. E lì siamo tutti Papu Gomez

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I cinesi non ci avevano pensato su due volte: era bastata la prima. Il loro campionato di calcio si era fermato ai primissimi contropiede del coronavirus. Quasi come fosse – e in effetti lo è – un tema secondario rispetto all’obiettivo principale. Se c’è una partita così difficile e fondamentale da giocare, quelle col pallone passano in ultimo piano, anche se economicamente molto importanti. In Italia – e in contemporanea in Europa – la faccenda è parecchio diversa. Da un lato, perché il calcio in Europa è nato, e coinvolge passioni ben più radicate di quelle cinesi. Dall’altro, sarà da imbruttiti ma è così, il calcio ha un bisogno spasmodico e ormai bulimico di vendere e fatturare il suo prodotto, e fatica a distogliere lo sguardo dal suo mondo, nonostante il dramma che tutti stiamo vivendo.