N ovecentonovantasette. Quasi mille giorni, da quell’Atalanta-Lazio del 21 agosto 2016, prima partita di campionato dell’era Gasperini. Bum, bum, bum: in 33 minuti la Lazio ne fece tre, e nella mente di tutti balenò il pensiero terrorizzato che più che un cambiamento, quello di Gasp fosse un terremoto che butta giù tutto. Che quel modo di giocare «tutti avanti» fosse troppo, per una squadra che veniva dal «moderato» Reja, e, prima ancora, dall’era Colantuono.