G rande sofferenza. Grande fatica fisica. Anche, forse e comprensibilmente, grande stanchezza mentale dopo un frullatore emotivo come la notte del Real. Una partita molto più subìta che controllata e dominata. Ma alla fine: grande forza mentale, grande capacità di sofferenza, grande qualità che entra dalla panchina, cambia la partita e la porta a casa. E fanno dieci vittorie di fila, la testa della classifica consolidata, anche se mentre scriviamo la partita del Napoli non è ancora cominciata. Ma comunque non ci prende nessuno, a quota 37: l’Atalanta era prima e prima resta, e fa niente se anche questa è una vittoria «sporca»: si vince in tanti modi, e vincere quando non si domina è sintomo di forza straordinaria. Al Cagliari la sconfitta sta strettissima, ha creato e tirato tantissimo di più, ma l’Atalanta ha in porta un portiere di qualità straordinarie. Che magari qualche volta rinvia sbilenco, ma poi salva la rete, che resta il lavoro principale del portiere. E come nelle scorse vittorie Carnesecchi aveva fatto il suo salvando sui pochissimi tiri ricevuti, stavolta è sembrato tornare il grande portiere di una squadra che soffre, che deve salvarsi. Il dettaglio è che ormai, a quota 37, l’Atalanta salva lo è già, ancor prima di Natale. Che stagione.