P otremo anche dire che il Bruges, per la partita che ha fatto, ha meritato di vincere. Anche se la partita era sul pareggio, anche se nel secondo tempo l’Atalanta ha avuto ottime occasioni per andare in vantaggio e, a quel punto, probabilmente portare a casa una vittoria non meritata. Ma il calcio è lo sport imprevedibile per eccellenza, dunque puoi dominare e vincere, puoi dominare e perdere. Puoi subire e magari portare a casa qualcosa. Ma tutto resta nell’ambito calcistico. Diverso è quando un arbitro incide sul risultato a un minuto dalla fine perché letteralmente inventa un rigore che poi decide il risultato. Perché qui il tema non è interpretare un contrasto, stabilire se un piede è arrivato prima sulla palla o sulla gamba. Qui il tema è che l’arbitro ha deciso Bruges-Atalanta inventando che un colpetto sulla faccia mentre il difensore è in larghissimo anticipo diventa fallo da calcio di rigore. Una cosa mai vista prima, mai contemplata in nessun regolamento. Una decisione che rovina una bellissima partita e, paradossalmente, sporca persino la bellezza della partita del Bruges, che meritava di vincere, ma non così. Abbiamo passato una vita a raccontare quanto sono buoni ed efficienti gli arbitraggi in Europa, quanto sono più «puliti» e meno condizionati degli arbitraggi in Italia, e poi di colpo piombiamo in un letterale incubo, che non solo toglie all’Atalanta un pareggio che era maturato sul campo, ma le carica sulla schiena anche il fardello di ammonizioni derivato dalle proteste post rigore. E non è nemmeno tutto.
Ma il Var?
Perché l’arbitro può persino inventarsi un rigore che non esiste, ma poi il Var avrebbe potuto comunicare all’arbitro che quel rigore non era tale. Mandarlo allo schermo e fargli cambiare idea. E invece no: «check over» e rigore incredibilmente confermato. Allora dicano che non è calcio, dicano che è basket, dicano che è completamente vietato ogni contatto fisico in area di rigore, dicano che ogni volta che la distanza tra due corpi si azzera allora diventa rigore. Lo dicano, cambino definitivamente questo sport, lo trasformino in un mix tra la pallacanestro e la danza classica, e almeno sapremo con cosa abbiamo a che fare. E una volta per tutte, decidessero a cosa serve l’utilizzo della tecnologia, perché per ora è solamente il collocamento per arbitri che altrimenti potrebbero rimanere a casa loro, e invece vengono mandati in giro a fare danni o a non riparare i danni altrui. Tutto incredibile: il Var era nato per limitare le simulazioni, ma se si concedono rigori così le simulazioni si alimentano, s’incoraggiano.