N on è importante quella classifica, non è importante il risultato: è importante averci provato, essere arrivati a tanto così dal sogno di vincere anche sul campo del Barcellona, a un nulla dalla posizione nelle prime 8. Ma l’Atalanta è nelle prime 10 squadre europee, e questo è un risultato incredibile. Ironia della sorte, ha pesato in modo decisivo quel maledetto pareggio col Celtic, Celtic che poi ci siamo ritrovati a tifare perché segnasse il terzo gol all’Aston Villa spingendo di nuovo l’Atalanta lassù. Ma ripetiamo: poco conta. L’Atalanta si è messa dietro Borussia Dortmund, Real Madrid, Bayern Monaco, Paris Saint Germain, Juventus, Manchester City. Basta questo elenco per definire l’entità dell’impresa dell’Atalanta in questa Champions. E basta l’andamento della partita per descrivere l’entità della prestazione a Barcellona. Vincere era quasi impossibile, contro una squadra che solo qualche anno fa avrebbe passeggiato sull’Atalanta. L’Atalanta ha reso possibile l’impresa, l’ha sfiorata, non l’ha raggiunta. Ma merita tutti gli applausi della sua meravigliosa gente, e ora si giocherà gli spareggi per gli ottavi di finale. Come ha detto Gasp: giochiamo sempre, nessuna paura per due partite in più. Vedremo cosa dirà il sorteggio, tra Sporting e Brugge: sono entrambe avversarie alla portata dell’Atalanta. Certo, sarebbe curioso e anche quel filo incredibile giocarsi l’ennesima storica sfida con lo Sporting. Il destino non è cieco, a volte ha dodici decimi.
1. Le scelte di Gasp
Sono state le più logiche possibili, con una squadra che ha affrontato il Barcellona sfidandolo sul suo terreno, lasciando spazi e prendendosi quelli lasciati, come previsto, dagli spagnoli. Che hanno tecnica individuale oltre ogni possibilità, e chiaramente avevano stimoli ben diversi da quelli dei nerazzurri. L’Atalanta ha dato spettacolo per personalità, soprattutto.