E’ un’impresa. Sì, è un’impresa di quelle che chi era allo stadio la racconterà anche fra 30 anni. Come tanti anni fa contro il Colonia, con Caniggia che va sul fondo e Nicolini che la mette nell’angolino. Chi c’era racconterà quell’azione meravigliosa di Scamacca che la passa a Miranchuk che gliela rimette sul piede, e palla nell’angolino. Oggi come all’ora è Atalanta ai quarti di finale di Europa League, la fu Coppa Uefa. Oggi come allora è un’Atalanta che batte una squadra forse non più forte, ma certo sul filo dell’equilibrio. Sta di fatto che su quattro partite, dentro una sfida veramente equilibratissima, l’Atalanta ne ha vinte due e ne ha pareggiate due, trovandosi a fine primo tempo con un piede fuori dall’Europa. Ma il primo tempo aveva comunque dato segnali importanti, soprattutto sulla vulnerabilità dei portoghesi. Brava l’Atalanta a crederci, brava ad aprire il secondo tempo con un piglio diverso, magari un pelo fortunata nell’azione del pareggio, ma la fortuna eventualmente fa il paio con i legni di Lisbona, che ancora tremano e per i quali, in fondo, siamo arrivati al 94’ col cuore in gola. E mentre le italiane fanno flop in Champions, l’Atalanta va avanti in Europa League. Avanti: ne manca una alla fine del ciclo terribile, e la sensazione è che l’Atalanta sia in pienissima trance agonistica.