O ra, l’errore potrebbe essere quello di attribuire questa sconfitta all’impegno di Champions. O meglio: quello di attribuirlo solo all’impegno di Champions e al conseguente turnover. Che sicuramente hanno il loro peso, indiscutibile, oggettivo, sia su Napoli che, soprattutto su quest’ultima sconfitta. E’ il prezzo da pagare alla Champions. Ce lo siamo detti tante volte, ne abbiamo preso atto nella scorsa stagione e sapevamo che il conto si sarebbe presentato anche in questa. Però, qualche però va messo giù, perché i timori di inizio stagione si sono ripresentati nella realtà, circa le alternative a disposizione di Gasperini.
In particolare, tra difesa e attacco i componenti dell’Atalanta 2 oggi sembrano troppo lontani, in termini di qualità, dai titolari veri. E questo è un problema che potenzialmente si poteva vedere anche prima della fine del mercato, ma non vi si è potuto - o voluto - porre rimedio. La difesa oggi ha Sutalo come alternativa, stante l’infortunio di Caldara. E sugli esterni, perso Castagne, i due innesti non sembrano in grado ora di garantire un rendimento competitivo. De Paoli sembra il Gosens degli esordi: incerto, timido, indeciso se lanciarsi o meno. Solo che ai tempi degli esordi di Gosens non c’era la Champions, dunque l’utilizzo di un seconda linea poteva essere più dosato. De Paoli adesso servirebbe pronto, ma pronto non è (e non può essere, data l’inesperienza). E’ giovane e pare avere un ottimo potenziale di crescita, ma il futuro non è oggi. E oggi l’Atalanta su quella fascia se non gioca Hateboer ha un problema. E chissà se per Piccini, la terza scelta sul mercato prima di De Paoli, arriverà il giorno in cui potrà essere messo in campo.
Il discorso è ancora diverso per la fascia sinistra: se non gioca Gosens, c’è Mojica. Ma Mojica non è giovane, ha 28 anni, è un giocatore formato. Certo, magari con Gasperini potrà crescere, ma le sue caratteristiche non potranno evolversi chissà quanto. E se è questo - evanescente, di fatto - l’Atalanta avrà un problema, stante che Gosens, per quanto atleticamente straordinario, non può giocare 45 partite all’anno.
In fondo il problema riguarda anche il centrocampo, la famosa alternativa a de Roon, che le sta giocando quasi tutte ed è stato costretto a uscire per un fastidio muscolare. Si era chiesta un’alternativa, che non è arrivata perché si diceva che Pasalic, Pessina e Malinovskyi avrebbero potuto sopperire. Speriamo, ma la sensazione è che ci sia un certo squilibrio: mentre davanti Gasperini ha un arsenale da grandissima squadra, sugli esterni e in difesa (qui soprattutto per l’infortunio di Caldara) la coperta sembra piuttosto corta. E non lo diciamo adesso perché si sono perse due partite: lo diciamo da fine mercato. La Champions non sia un alibi.