Su la testa, Atalanta: sei stata grande e non è finito niente. Ma è già (di nuovo) emergenza in difesa...

commento. Il post partita di Roberto Belingheri

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I l risultato pesa, inutile negarlo, perché manda il Napoli in testa con un vantaggio di 7 punti. L’Atalanta ha giocato alla pari ma ha perso, e questo capita. Capita di non perdere quando giochi peggio degli avversari, capita di perdere quando giochi alla pari, portandoti in vantaggio per primo e raddrizzando la partita con venti minuti di calcio straordinario. Ma può non bastare se non tutto gira alla perfezione, se basta uno scompenso sulle marcature per prendere un gol, e basta un secondo scompenso per prenderne un altro. Il Napoli non è una squadra che gioca un gran calcio: è una squadra di Conte. Magari brutta, ma non perdona. Non è finito niente, quando mancano 17 partite alla fine del campionato. L’Atalanta è lì, nel terzetto di testa, ed è lì perché se l’è guadagnato. Certo 7 punti da recuperare a una squadra che ha soltanto questa competizione, contro le 3 dell’Atalanta, non è roba da poco. Ma il calcio è strano, imprevedibile. E se c’è una cosa certa, è che Gasperini non mollerà mai niente, scudetto incluso: la formazione iniziale era una dichiarazione d’intenti, al netto di quelle fatte ai microfoni. Da lì ripartiamo.

1. La formazione

Gasperini ha fatto quel che altre volte gli aveva permesso di fare il passo apparentemente più lungo della gamba: giocarsi col tridente - o quasi - una partita che sulla carta avrebbe richiesto più prudenza. E quindi quando ti saresti aspettato una formazione meno sbilanciata, ecco Retegui subito titolare, ecco Samardzic trequartista al posto di Pasalic.