D ate le premesse, peccato. Data la partita nel complesso, bene così. Non è stata una partita memorabile, questa semifinale di andata tra Marsiglia e Atalanta: più battaglia che calcio, più corsa che tecnica, più agonismo che estetica. Ai punti ha vinto il Marsiglia e ci pare un copione già visto, nella semifinale d’andata di Coppa Italia, quando la Fiorentina ha vinto 1-0 meritando molto di più. Qui è finita 1-1 e avrebbe meritato di più il Marsiglia, soprattutto per il numero di occasioni create. Ma se teneva aperta la sfida una sconfitta di misura, figurarsi quanto la tiene aperta un pareggio. Anche perché al netto dell’agonismo e dell’ambiente, e di alcuni giocatori con buona tecnica, il resto della squadra appare ampiamente alla portata dell’Atalanta. Sì: se i nerazzurri erano favoriti prima dell’andata, lo sono a maggior ragione uscendo imbattuti dal Vélodrome e da tutta la sua retorica conseguente. Partita faticosa, perché si sa che la battaglia non è proprio l’abito preferito dei nostri, ma aver tenuto è un gran merito. Sfida aperta, ci rivediamo al Gewiss.
Quell’avvio perfetto, poi...
L’Atalanta in avvio fa esattamente quel che doveva, per provare a spegnere l’ardore dei francesi: se loro pensavano di partire a mille all’ora, l’Atalanta parte ancora più veloce, e mette lì subito l’OM per far capire chi darà le carte nel match. E il gol di Scamacca conferma tutto quel che del Marsiglia si era detto e ridetto: dietro concede, concede e tanto. Ma un gol a secco cambia sempre le partite, e a volte ha il doppio taglio di svegliare gli avversari. L’Olympique, avendo davanti agli occhi l’esempio del Liverpool, s’è dato una scossa.