I l risultato è ottimo. Partiamo da qui. Ottimo perché in rimonta, ottimo perché quel 2-0 alla fine del primo tempo, maturato che non ti eri nemmeno accorto del perché, poteva abbattere un toro. Ma non ha abbattuto l’Atalanta. E ottimo perché questo Ajax, che dopo due giornate del girone ha un solo punto in classifica, è molto più di quel che si disse il giorno del sorteggio, derubricandola a una squadra molto meno forte di quella che raggiunse la finale due anni fa. Invece no: l’Ajax è una squadra sopraffina, di grande talento, di grandissima organizzazione. Un calcio europeo, come quello dell’Atalanta, con qualità eccellenti. Se riuscirà a strappare punti al Liverpool nella partita di ritorno potrà anche candidarsi alla vittoria del girone, dato che i Reds non sembrano essere inaffondabili come da pedigree.
La partita ha detto però che l’Atalanta ha reagito mentalmente alla scoppola incassata dalla Sampdoria. Anche perché specie le prime fasi le ha guidate la squadra di Gasperini, mettendo sotto l’Ajax. Poi lo spartiacque del primo tempo: l’occasione fallita da Ilicic, che deve aver inciso sulla convinzione, certamente fragile data la lunga assenza, di Josip. Da quel momento è come se la squadra si fosse spenta insieme a lui, che ha sbagliato tantissimo. Dal mezzo rigore negato a Zapata al mezzo rigore (ma in verità ben di più) fischiato a Gosens (da un arbitro un po’ troppo incerto nell’uso dei cartellini), il passo è stato breve, completato da un’incertezza di Sportiello che ha favorito il 2-0. C’erano tutti gli ingredienti per ammazzare il famoso toro. Invece no, l’Atalanta l’ha raddrizzata e magari avrebbe anche potuto vincerla. Ma teniamoci stretto questo risultato, che è ottimo, tiene alte le chances di qualificazione in attesa di una partita da brividi: Atalanta-Liverpool. Solo a scriverlo, trema la tastiera.
Ora qualche considerazione “singola” su cosa ci ha detto questa partita