Q uello che ci voleva, indubbiamente. In primis, per provare a riscaldare l’ambiente bergamasco attorno all’Atalanta, serviva la copertina dei tre punti. Belli o brutti poco importava, bene che siano arrivati anche belli. Magari non bellissimi, magari con un lieve eccesso di rischi corsi in difesa, ma 4 gol e un rigore sbagliato fuori casa, in piena emergenza infortuni e contro una squadra di centroclassifica, mettono la cornice su un ottimo pomeriggio. Morale, certezze ritrovate, ottimo aperitivo dell’imbarco per Manchester. Alè, avanti per punti, al solito: il ritorno di Ilicic (e Muriel, e Pasalic); la prova di Koopmeiners e i pensieri di Gasperini; gli infortuni; la classifica.
1. Quel che resta di Ilicic (e non solo)
Stava per andarsene, per settimane l’abbiamo sentito descrivere in sovrappeso, ha alternato discreti lampi di classe a partite anonime. Poi, all’improvviso, eccolo titolare ed eccolo che si risveglia con una doppietta che poteva pure essere tripletta, come due anni fa sul campo del Chievo. Se si sia «svegliato» davvero è una sentenza che rimandiamo alle prossime partite, per ora accontentiamoci di averlo rivisto competitivo, voglioso, lucido nella giocata, perenne spina nel fianco degli avversari. Certo, difficile dire quanto gli abbia giovato avere, sull’altro lato del campo, la classe di Muriel che molto ricorda la classe del suo compagno «preferito», Papu.